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MR.T: l'eroe degli anni '80
Da sportivo a bodyguard, da
attore a musicista, da idolo dei
bambini a icona contro la droga tra i
giovani!
Gli anni '80 sono
ricchi di personaggi davvero unici.
Uno dei più indimenticabili e popolari
è sicuramente Mr.T, alias Laurence
Tureaud (Chicago 21 maggio 1952). Nato
nel peggiore dei ghetti di Chicago, è
l'ultimo di dodici fratelli e sorelle.
Nonostante assista ogni giorno a
furti, stupri e omicidi, cresce onesto
e rispettoso nei confronti della
famiglia e del prossimo. Durante il
liceo studia, gioca a calcio e impara
le arti marziali e la lotta. Vince una
borsa di studio per il calcio, e si
laurea in matematica. Si arruola
nell'esercito, dove entra nella
Polizia Militare, ottenendo vari
riconoscimenti. In seguito al congedo,
entra nella squadra di football dei
Green Bay Packers, la sua carriera
però termina poco tempo dopo per un
infortunio al ginocchio. In seguito,
si mette a fare il buttafuori: è
durante questo periodo che accumula la
sua collezione di catene d'oro e che
sceglie il suo nickname. Le catene
venivano perse dai clienti durante le
risse, ed egli le indossava come
monito a non tornare nel club per cui
lavorava, o comunque a non riprovare a
non creare ulteriori problemi... o
avrebbero dovuto vedersela con Mr.T!
Negli anni successivi, affrontò circa
200 combattimenti "di strada" per
lavoro, e finì in tribunale varie
volte, vincendo sempre. Il suo compito
era principalmente quello di tenere
lontani dal locale spacciatori e
drogati. Col passare del tempo, la sua
fama come guardia del corpo crebbe al
punto tale che venne assunto per
proteggere privati: in principio
persone normali, poi milionari e
banchieri e infine star dello
spettacolo del calibro di Michael
Jackson, Diana Ross, Steve McQueen,
Muhammad Alì e molti altri. Veniva
anche pagato per trovare persone
scomparse e per altri incarichi
pericolosi. Qualcuno addirittura gli
commissionò in modo anonimo un
assassinio, pagandolo 5.000 dollari di
anticipo, ma egli rifiutò. Cercò di
avvisare la vittima, ma questa morì
poco prima in un incidente d'auto...
pare roba da film vero? Eppure è stata
la sua vita. Leggendo National
Geographic, venne a conoscenza
dell'etnia Mandinka, dell'africa
occidentale, e delle particolari
acconciature portate dai loro antichi
guerrieri. Per onorare le sue origini
africane, Mr.T decise di cambiare
taglio di capelli, in favore di quello
che tutti conosciamo bene. All'epoca i
suoi bracciali e le sue catene erano
arrivati a pesare quasi 120 kg: Mr.T
ci impiegava quasi un'ora a metterseli
il mattino e altrettanti a
toglierseli. I bracciali pare che a
volte li tenesse durante la notte, per
onorare i suoi avi che erano stati
schiavi in catene.
[La popolarità di Mr.T era tale che
aveva dei cereali tutti suoi, con
tanto di fumettino]
In seguito partecipò a
un programma televisivo chiamato
"Sunday Games" dove fece alcune "gare
e combattimenti per bodyguard" in
diretta, vincendone o posizionandosi
ai primi posti. Seguirono degli
incontri per altri programmi di
competizioni: la sua forza durante i
combattimenti, il suo look e il suo
modo di fare colpirono molto Sylvester
Stallone, che lo volle per Rocky III,
in principio solo come comparsa, ma
poi come antagonista principale. I
modi "da vero duro" e la frase che
disse al suo avversario "i don't hate
him, but... i pity the fool" di Mister
T furono ripresi per il film.
[Mr.T e Sylvester Stallone in Rocky
III, 1982]
Nel 1982, Mr. T fu scelto da Sylvester
Stallone per il ruolo del cattivissimo
Clubber Lang (antagonista principale
del film) in Rocky III. Nel film, Lang
riesce a battere un ormai troppo
viziato e sicuro di sè Rocky,
diventando il nuovo campione del mondo
dei pesi massimi di pugilato. Sarà
l'unico ruolo da "cattivo" di Mr.T.
Recitò in The Beastmaster e apparve in
un altro film sulla boxe, Penitentiary
2, e nel programma Bizarre, prima di
accettare il ruolo di B.A. Baracus (in
Italia P.E. Baracus) nel telefilm
A-Team. In A-Team interpretò il ruolo
del Sergente B.A. (Bosco Albert o "Bad
Attitude" - letteralmente "Brutto
Carattere", nella versione italiana
"Pessimo Elemento") Baracus, un ex
soldato unitosi con altri membri dello
U.S. government ricercati "per un
crimine che non hanno commesso". Fu
l'unico attore del telefilm che non
fece il provino, fu scelto a
prescindere.
[Mr.T nel suo ruolo più amato: quello
di P.E. Baracus nel telefilm A-Team]
Mr. T era un mito dei ragazzini negli
anni ottanta, di conseguenza venne
realizzata dalla Ruby-Spears una serie
animata intitolata appunto Mr.T di 13
episodi trasmessa nel 1983 sulla NBC e
la sua immagine apparve anche sulle
scatole dei cereali. Nel 1984 girò il
video Be Somebody or Be Somebody's
Fool; lo scopo del video era quello di
insegnare ai bambini ad apprezzare le
loro umili origini, come vestirsi,
come studiare il proprio look senza
spendere eccessivamente, come
controllare la rabbia. Il video di
un'ora contiene 30 minuti di cantato.
Realizzò anche un album rap intitolato
Mr. T's Commandments con l'aiuto di
Ice-T.
[Il disco di Mr.T: notare i "divieti"
e i "permessi"]
Dopo e durante il successo
dell'A-Team, il successo di Mr.T era
all'apice. I bambini lo adoravano, era
visto come una specie di supereroe
metropolitano. Mr.T insegnava a
tenersi lontani dalla droga e della
malavita. Fu prodotto un cartone
animato, dove lui e i suoi giovani
amici aiutavano chi aveva problemi di
ogni genere.
[Mr.T nel ruolo dell'investigatore
"T.S.Turner" nel telefilm "T.and T."]
Il cartone animato arrivò anche in
Italia ed ebbe un discreto successo,
tanto che la editrice Domus pubblicò
sul mitico e popolarissimo giornalino
Più, nuove avventure, disegnate in
Italia.
[Mr.T sul giornalino Più: i fumetti
erano basati sul cartone animato e
disegnati in Italia]
Fece ingresso nel mondo del wrestling
nel 1985; la sua prima apparizione lo
vide indossare i panni del partner di
Hulk Hogan in occasione della prima
WrestleMania; il duo avrebbe dovuto
sfidare la coppia formata da Rowdy
Roddy Piper e Paul Orndorff. Hogan
scrisse in seguito nella propria
autobiografia che Mr. T mise in
pericolo il regolare svolgimento del
match perché quando arrivò in
prossimità dell'arena il personale di
sicurezza minacciò di non consentire
l'accesso all'edificio ai numerosi
componenti del suo entourage: ciò
mandò su tutte le furie Mr.T che
minacciò di cancellare l'incontro.
Hogan sostenne che riuscì a fatica a
convincere Mr. T di rimanere ed
esibirsi. Piper sostenne che lui ed
altri colleghi wrestlers provarono
irritazione nei confronti di Mr. T in
considerazione del fatto che egli era
un attore e non aveva pagato il
tributo dovuto da un wrestler
professionista.
Successivamente Mr. T sfidò Bob Orton
in un incontro di boxe in occasione di
una puntata di Saturday Night's Main
Event sulla NBC e ne uscì vincitore.
In seguito disputò un altro incontro
di boxe contro Roddy Piper nel corso
di WWE WrestleMania 2, incontro che lo
vedrà vincitore per squalifica. Nel
1987 ritornò sui ring della World
Wrestling Federation in qualità di
arbitro, prima di sparire
completamente dal mondo della boxe e
del wrestling. Riapparve nuovamente
come arbitro di Wrestling speciale in
un incontro disputato tra Hogan e Ric
Flair nella World Championship
Wrestling nell'ottobre 1994.
[Mr.T nel ruolo dell'investigatore
"T.S.Turner" nel telefilm "T.and T."]
Mr.T è anche apparso nelle tre
stagioni della serie televisiva, T.
and T. insieme ad Alex Amini, David
Nerman, Kristina Nicoll, e Jackie
Richardson. In tale serie Mr. T
interpreta T. S. Turner, un giovane
impegnato a combattere la violenza
sulla strada fino a quando viene
accusato di un crimine non commesso.
Amy Taler (Amini) una giovane e
combattiva avvocatessa interviene per
riportare Turner in strada, questa
volta, però, in giacca e cravatta,
ricoprendo il ruolo di investigatore
privato.
L'avvocato Terri Taylor (Nicoll) si
unisce successivamente a T dopo che
Amini abbandonò lo show alla
conclusione della seconda stagione.
Mr.T annunciò di guadagnare circa
80,000 $ a settimana per il suo ruolo
nell' A-Team oltre a 15,000 $ per
apparizioni in spettacoli, ma alla
fine degli anni novanta lui apparve
solo in pubblicità occasionali,
principalmente per problemi di salute
(Nel 1995 gli venne diagnosticato,
ironia della sorte, un Linfoma
T-Cell).
[Mr.T
oggi, dopo aver sconfitto il più
potente dei nemici: il cancro]
Interpreta piccoli ruoli in molti
film, e appare frequentemente sul
network televisivo cristiano TBN.
Appare anche nella pubblicità della
MCI, un call-service a al Late Night
con Conan O'Brien. È anche apparso
nella pubblicità del Comcast nel 2006,
pronunciando le sue quattro parole
preferite: "Don't be a culture fool!"
e apparve anche alla ABC in Extreme
Makeover: Home Edition. Un reality
show per TV Land, I Pity the Fool,
trasmesso per la prima volta l'11
ottobre 2006. Mr.T ha annunciato di
non indossare più catene d'oro dopo
aver visitato le vittime dell'uragano
Katrina. Ha anche annunciato di esser
guarito dal cancro e di voler scrivere
un libro sulla sua vita.
Articolo
di
Sasuke Kid
del 14.06.2011
[Parte del testo è tratto da
Wikipedia]
MICHAEL
JACKSON
La
tragica scomparsa del re del Pop
Michael Jackson
[musicista]
1958-2009
Una notizia tristissima per gli amanti della musica, e degli
anni '80. Un mito, un genio, un personaggio immortale, che
non verrà mai dimenticato. Il grande Michael Jackson ci ha
lasciati, per sempre. Nijirain vuole rendergli omaggio,
poichè anche noi, come tantissimi altri, siamo cresciuti con
la sua musica. Per me, rimarrà sempre l'eroe di fantastici
video, fantasiosi come quelli di nessun'altro, il
guerriero/cantante stellare di Captain Eo e il
ballerino-transformer di Moonwalker.
Alla fine, era un bambinone: forse era davvero Peter Pan,
chissà. Nessuno come lui, ha rispecchiato la vera,
coloratissima e sfavillante anima pop degli anni '80: con le
sue magnifiche canzoni, i suoi spettacolari balletti, gli
scintillanti costumi, e quel suo look unico, quel carisma
incredibile, quel fascino brillante. E' come se con la sua
morte, gli anni '80 fossero finiti per sempre. Segue
l'articolo tratto dal Corriere della Sera. Un caro saluto
Michael, da tutti noi di Nijirain.
Dedica di Kei Liger 26.06.09
LOS ANGELES - È morto alla vigilia del tour mondiale già
tutto esaurito che avrebbe dovuto segnare il suo grande
ritorno al mondo dello spettacolo, dopo anni di scandali
giudiziari, problemi di salute e una vita personale molto
sfortunata. Michael Jackson, il cantante, cantautore,
ballerino, compositore, musicista, arrangiatore e produttore
discografico statunitense si è spento ieri a Los Angeles a
causa di un arresto cardiaco. Tra un mese avrebbe compiuto
51 anni. La notizia, rimbalzata da Tmz (l’informatissimo
sito di gossip della Cnn) a Twitter, subito andata in tilt
come non era successo neppure durante la crisi iraniana, è
stata confermata via via da tutti i media ufficiali. Grazie
a Internet l’America ha seguito praticamente in diretta gli
ultimi attimi di vita di uno dei cantanti più leggendari e
controversi della storia musicale di tutti i tempi. Jackson
era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Ucla Medical
Center di Los Angeles alle 12,21 ora locale (le 21,21 in
Italia) a causa di un arresto cardiaco mentre si trovava
nella sua casa di Holmby Hills, sulle colline di Los
Angeles.
Il fratello Ransy ha detto che è crollato all’improvviso. I
paramedici accorsi al suo capezzale hanno tentato di
soccorrerlo, effettuando le procedure per la rianimazione
cardipolmonare. Ma ogni tentativo per salvarlo è risultato
vano. «Quando l’ambulanza è giunta in ospedale il cuore di
Michael Jackson aveva già smesso di battere», ha spiegato
uno dei soccorritori alle tv. Salvarlo, a quel punto, era
un’impresa quasi impossibile. Dopo cinque minuti di arresto
cardiaco i danni alla corteccia cerebrale diventano
irreversibili», afferma Marco Pappagallo, neurologo e
direttore della Pain Clinic del Mount Sinai Hospital di New
York. «Se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto in coma
vegetativo». L’annuncio della sua morte ha prodotto un’eco
profonda in un Paese dove Jackson è sotto i riflettori
dall’età di cinque anni. Anche le televisioni hanno
interrotto la programmazione regolare per trasmettere lunghi
tributi sulla sua vita confezionati a tempo di record. «Per
gli Stati Uniti è una notizia molto triste, che lascia tutti
scioccati» ha detto lo storico conduttore della Cnn, Wolf
Blitzer.
Persino gli scandali giudiziari e le accuse di pedofilia (da
cui alla fine venne scagionato) non hanno fatto che
accrescerne il mito. Decine di americani intervistati a
caldo da una costa all’altra del Paese l’hanno salutato come
«un genio», «un’icona della pop music». Nel giro di pochi
minuti dall’annuncio della sua morte una grande folla si era
già riunita spontaneamente davanti all’ospedale Ucla e
davanti alla villa di Jackson nell’area di Beverly Hills.
Secondo alcuni medici interpellati dalle tv la sua è stata
una morte in un certo senso annunciata. All’inizio del 2008
la star è stata immortalata in sedia a rotelle. Più tardi
sono cominciate a circolare voci secondo le quali soffriva
di una malattia genetica di nome A1AD a causa della mancanza
di una proteina che protegge i polmoni. Questo lo avrebbe
reso cieco dall’occhio sinistro e quasi impossibilitato a
parlare. L’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo, dissero
allora i dottori, era il trapianto del polmone.
Articolo di
Sasuke Kid
e
Lasair
del
26.06.2009
PATRICK NAGEL
Uno dei più grandi artisti degli anni
'80
Patrick Nagel
[artista]
1945-1984
Nel 1984 s compare
alla giovane età di 38 anni, Patrick Nagel, grande artista americano,
famoso per il suo stile unico ed innovativo, e per la copertina del
popolarissimo "Rio", storico album dei Duran Duran del 1982 (a opinione
di molti, il migliore di sempre),
simbolo degli
anni ottanta e fondamentale per la corrente musicale denominata "New
Wave".
Nagel morì d'infarto
proprio all'apice della carriera. Una gravissima perdita per il mondo
dell'arte e della creatività. Avrà dopo la morte grandissima notorietà,
tanto da essere considerato un'icona degli anni ottanta.
Nagel studia arte allo Chouinard Art Institute. Muove i suoi primi passi
come freelance, poi nel 1971, collabora con l’ABC con produzioni
grafiche per telegiornali. Importanti sono le sue collaborazioni con
IBM, ITT, United Artists, MGM, Universal Studios, Playboy, Architectural
Digest, Rolling Stone, Oui e Harpers. Negel è stato molto popolare negli
anni '80 come esponente dell'Art Deco. L'anima del lavoro di Nagel si
rifà alle stampe giapponesi come anche all'Art Deco, rimanendo comunque
estremamente contemporaneo ed universale. Il suo disegno parte da una
fotografia, semplificando i segni, attraverso l'eliminazione di sempre
più tratti. Prospettive lineari, forme ben definite, una scelta di
colori piatti, freschi e spazi rigidi bianchi; il risultato è quello che
qualcuno ha descritto come "realismo della fantasia".
Personalmente, ho sempre adorato le sue opere, sin da bambino. In casa ho un
poster dell'immagine qui sopra, quella di Rio, creata nel 1981.
http://www.patricknagel.com/
Articolo di
Sasuke Kid
e
Lasair
del
21.12.2008
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SANDRA
MONDAINI &
RAIMONDO VIANELLO
La grande coppia della tv italiana
Raimondo Vianello
[attore, personaggio tv]
1922-2010 |
Sandra Mondaini
[attrice, personaggio tv]
1931-2010 |
Quando ho saputo della scomparsa di Raimondo Vianello ci
sono rimasto davvero male :° Quando pochi mesi dopo, ho
saputo di Sandra Mondaini... bè, idem... mi aspettavo che
seguisse presto il marito anche in paradiso: quando l'amore
è così forte, non si riesce a vivere l'uno senza l'altra, e
viceversa :( Mi fa piacere pensare che da qualche parte
siano nuovamente insieme a stuzzicarsi, replicando
all'infinito quella scena finale di Casa Vianello in cui
Sandra diceva "Che barba, che noia, che noia che barba...
sempre tu e io, io e tu... ma io sono stufa eh?
Buonanotte..." riposate in pace Sandra e Raimondo, non vi
dimenticheremo mai :°)
Da bambino seguivo con grande entusiasmo molti dei loro
programmi, e adoravo Casa Vianello, se potevo, non me ne
perdevo un episodio... non oso immaginare come abbia potuto
sentirsi la cara Sandra Mondaini nei mesi in cui è rimasta
sola e affranta.
Non parliamo poi di Sbirulino: quando ero bambino ne andavo
matto... ogni volta che appariva in qualche programma lo
seguivo con gli occhi che mi luccicavano ^_^ Adoravo le sue
canzoni, adoravo i suoi scherzi... proprio di recente ho
scoperto che avevano persino fatto un film con Sbirulino!
Nel 1982... che pare essere introvabile però. Pensate che io
quando ero piccolo non sapevo che Sbirulino era la Mondaini
XD L'ho scoperto solo molti anni dopo, da adulto :)
Comunque, noi di Nijirain, nel nostro piccolo, rendiamo
omaggio a due grandissimi personaggi dello spettacolo, a un
uomo e una donna buoni e generosi, che hanno lasciato parte
del loro patrimonio alla ricerca italiana contro il Cancro,
e che si sono sempre comportati lui da vero signore e lei da
donna simpatica, dolce e irresistibile, con tutti e in tutte
le occasioni, senza mai cadere nel ridicolo come hanno fatto
(e fanno tutt'oggi) molti loro colleghi più giovani. Quando
c'erano Raimondo e Sandra, Corrado, Gino Bramieri, Enzo
Tortora, Mike e altri uomini e donne di grande carattere e
sincera simpatia, la tv era davvero bella e divertente, oggi
purtroppo è diventata pietosa... ma lasciamo stare ora
questo discorso. Un grande pezzo della nostra infanzia se ne
va, con grande tristezza salutiamo Sandra e Raimondo, sarete
sempre nei nostri ricordi.
Testo tratto da "La Repubblica" del 15 aprile
2010
ADDIO a un gran signore del piccolo schermo, un volto
celebre che ha fatto davvero la storia della tv italiana,
fin dalla sua nascita: Raimondo Vianello è morto - intorno
alle 7 - all'ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato
ricoverato qualche giorno fa. Accanto a lui, anche se
gravemente ammalata, Sandra Mondaini: la prima a piangere
una scomparsa che lascia un vuoto enorme, nel mondo dello
spettacolo. Dalle mitiche gag con Ugo Tognazzi, ai decenni
di esibizione in coppia con la moglie, lo humour leggero
dell'attore e conduttore, la sua levità, hanno fondato e poi
arricchito il varietà televisivo.
Nato a Roma il 7 maggio del 1922, figlio di ammiraglio,
cresciuto a Spalato, aderisce alla Repubblica di Salò, e per
questo viene rinchiuso nel campo di prigionia di Coltano
(dove c'erano, tra gli altri, anche Walter Chiari ed Enrico
Maria Salerno). Finita la guerra, non sembra appassionarsi
molto alle possibilità legate alla sua laurea in
giurisprudenza. E coltiva già un umorismo di tipo
britannico, sottile e sornione. L'inizio della carriera
nello showbiz è però abbastanza casuale: alto, biondo,
allampanato, viene scelto per interpretare un soldato nella
rivista Cantachiaro di
Garinei e Giovannini. Un debutto in sordina, il suo, ma
all'insegna di un marchio di grande qualità nell'ambito
dell'intrattenimento, la premiata ditta G&G. E' il 1950, lui
ha 28 anni.
Da allora, praticamente, non si ferma più. Perché, subito
dopo la sua prima volta sul palcoscenico, comincia a
lavorare con partner blasonati: Carlo Dapporto, Macario,
Gino Bramieri. E soprattutto Ugo Tognazzi, con cui comincia
a fare coppia fissa, artisticamente parlando. E' il primo
dei due incontri decisivi, nella sua carriera. Ma il
secondo, avvenuto nel 1959, è cruciale anche per la sua vita
privata: conosce infatti Sandra Mondaini, la sposa, e
comincia un sodalizio sentimentale e professionale che
durerà una vita.
Ma torniamo a quegli effervescenti anni Cinquanta. Nel 1954
Vianello è il mattatore, insieme a Tognazzi, del
divertentissimo show Un,
due, tre.
I loro sketch, spesso irriverenti nei confronti dei potenti,
fanno discutere, oltre che ridere. E quando, nel '59, arriva
sul piccolo schermo la parodia del presidente Gronchi che
scivola a una serata col collega francese De Gaulle, la
censura non perde tempo, e il programma viene sospeso.
Negli anni Sessanta, però, le apparizioni televisive
riprendono. Accanto alla moglie, che è attrice come lui; e
che come lui è dotata di una verve comica che ne fa una
partner perfetta. Ed ecco formata la premiata ditta Raimondo
& Sandra, che tutti conoscono a amano. Sono loro due le star
di Studio
Uno,
a metà del decennio; e poi, nei primi Settanta, di Sai
che ti dico?, Tante
scuse,
e più avanti (nel '77) Noi...no.
Pochi anni, e il fenomeno delle tv private, riunite in un
network nazionale dall'imprenditore-costruttore Silvio
Berlusconi, esplode. E dopo Mike Bongiorno, è Vianello uno
dei primi divi a trasferirsi in casa del Biscione: lo
ricordiamo, ad esempio, come conduttore del programma Il
gioco dei Nove.
E soprattutto nelle sit-com Casa
Vianello e Cascina
Vianello,
che sulle reti Fininvest poi diventate Mediaset è un
appuntamento fisso. Ma le reti berlusconiane
utilizzano il suo talento, la sua capacità di sdrammatizzare
gli animi più accesi, anche nelle trasmissioni sportive,
come Pressing.
La Rai, però, lo richiama quando è già un signore ben oltre
la soglia del settant'anni. Nel 1998, infatti, conduce il
Festival di Sanremo: elegante come sempre, distaccato quanto
basta. Un personaggio inattuale, forse, in una tv che stava
cambiando pelle, con l'avvento imminente dei reality e dei
talent show. Ma il suo umorismo rimarrà per sempre un
classico della comicità made in Italy, senza volgarità e
senza esagerazioni.
E al di là della televisione, Vianello va ricordato anche
per le sue non frequentissime interpretazioni su grande
schermo. Due delle quali accanto a un genio della risata
come Totò: una, da semi-esordiente, inTotò
Sceicco;
un'altra, da star della tv ormai affermata, in Totò
Diabolicus (1962).
Ed è un peccato che i registi di cinema non abbiano
sfruttato di più le sue potenzialità.
I funerali di Raimondo Vianello si svolgeranno sabato alle
11, nella Chiesa di Dio Padre a Segrate (Milano). La camera
ardente sarà allestita domani negli studi Mediaset a Cologno
Monzese. Dopo le esequie la salma verrà trasferita a Roma,
per essere tumulata nella tomba di famiglia al cimitero del
Verano.
Testo tratto da "Il Corriere della Sera" del 21 settembre
2010
L'attrice Sandra Mondaini è morta, martedì mattina poco
prima delle 13, all'ospedale San Raffaele di Milano dove era
ricoverata da circa 10 giorni. Aveva 79 anni: era nata l'1
settembre del 1931. Lo scorso aprile era morto il marito,
Raimondo Vianello, e lei era rimasta molto provata, tanto da
essere ricoverata anche in una casa di cura.
LA CARRIERA - Attrice brillante che puntava sulla comicità
pura e sulla recitazione, Sandra Mondaini è stata
protagonista di un susseguirsi di sketch indimenticabili che
hanno segnato la sua carriera. I più famosi sono quelli con
il marito Raimondo Vianello, fra i quali spicca la sit-com
Mediaset del 1988 «Casa Vianello» - che ha lanciato il
celebre tormentone del «che barba, che noia»nel lettone
matrimoniale - , anche se i suoi primi sketch «coniugali»
furono quelli recitati con Corrado a «La Trottola» nel 1964.
Tra i personaggi interpretati senza il marito, uno di quelli
più rimasti nell'immaginario collettivo è quello del clown
«Sbirulino», apprezzato non solamente dai bambini.
IL DEBUTTO - Nata il primo settembre del 1931, figlia di
Giacinto Mondaini, Sandra diventa famosa già da
piccolissima, quando il padre la fa comparire a soli sei
mesi in una campagna di sensibilizzasione contro la
tubercolosi. Giovanissima, negli anni Quaranta, aiuta la
famiglia lavorando come modella per la rivista «Mani di
Fata» e poi per Borsalino. Il debutto sul palcoscenico
risale al 1949 con una parte nella commedia «Ghe pensi mi»
di Marcello Marchesi, al Teatro Olimpia di Milano. Quattro
anni dopo inizia la carriera sul grande schermo. Nello
stesso anno entra nella compagna di rivista di Erminio
Macario. Ma la notorietà arriva con la tv. Sandra è sul
piccolo schermo dal primo giorno trasmissioni Rai con
«Settenote», poi con altri programmi e, al fianco di Mike
Bongiorno, in «Fortunatissimo».
LE ULTIME ORE - «Sono stato da lei lunedì pomeriggio per
darle l'olio degli infermi e la benedizione. Stava già male,
respirava con affanno e aveva l'ossigeno. Quando sono
arrivato, ha aperto gli occhi: le ho accarezzato la mano e
ho avuto la sensazione che fosse presente». Così racconta
gli ultimi momenti di Sandra Mondaini, don Walter Magni,
parroco della Chiesa di Dio Padre a Segrate, che ha
celebrato il funerale di Raimondo Vianello, morto il 15
aprile scorso. Anche l'estremo saluto a Sandra sarà
probabilmente celebrato nella stessa chiesa, come di
consuetudine entro due giorni dalla morte: «So che era sua
volontà - dice all'Ansa don Walter - che la celebrazione
avvenisse nello stesso luogo. Presumo entro due giorni,
forse giovedì». Però, ammette il sacerdote, «non ci sono
ancora stati contatti ufficiali per definire gli orari»..
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