::: Pagina dedicata ai personaggi che hanno reso grandi gli anni 70 & 80

 
.: 14 Giugno 2011 :.

In questa pagina vogliamo non solo parlarvi dei personaggi (reali ma anche fittizi) che hanno reso grandi gli anni '70 e '80, ma anche omaggiare coloro che sono scomparsi, parlando un po' della loro vita, e ricordandoli con affetto e nostalgia. Ovviamente, non parliamo di attori, musicisti, scrittori, politici, sportivi "nati" negli anni '70 e '80, ma "vissuti" in quel periodo, in un periodo in cui c'era tantissimo da dire, da ascoltare, da vedere. Esisteva ancora il bel cinema, esistevano le idee, l'originalità, la creatività, e la tv "per bene". I musicisti erano davvero grandi, e se ne sbattevano delle regole commerciali, se ne sbattevano delle esigenze di Mtv e delle majors, e facevano musica coi "controcazzi" (perdonatemi il termine, ma quando ci vuole ci vuole...). I politici... bè, lasciamo perdere... ne parliamo giusto perchè c'erano. Cercheremo comunque di darvi una panoramica completa, un po' alla volta. Non ci dimenticheremo anche degli atleti, dei piloti, degli esploratori, degli scienziati, degli artisti, dei giornalisti... ci saranno un po' tutti. Buona lettura :)
 
 
 

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MR.T: l'eroe degli anni '80
Da sportivo a bodyguard,  da attore a musicista, da idolo dei bambini a icona contro la droga tra i giovani!

Gli anni '80 sono ricchi di personaggi davvero unici. Uno dei più indimenticabili e popolari è sicuramente Mr.T, alias Laurence Tureaud (Chicago 21 maggio 1952). Nato nel peggiore dei ghetti di Chicago, è l'ultimo di dodici fratelli e sorelle. Nonostante assista ogni giorno a furti, stupri e omicidi, cresce onesto e rispettoso nei confronti della famiglia e del prossimo. Durante il liceo studia, gioca a calcio e impara le arti marziali e la lotta. Vince una borsa di studio per il calcio, e si laurea in matematica. Si arruola nell'esercito, dove entra nella Polizia Militare, ottenendo vari riconoscimenti. In seguito al congedo, entra nella squadra di football dei Green Bay Packers, la sua carriera però termina poco tempo dopo per un infortunio al ginocchio. In seguito, si mette a fare il buttafuori: è durante questo periodo che accumula la sua collezione di catene d'oro e che sceglie il suo nickname. Le catene venivano perse dai clienti durante le risse, ed egli le indossava come monito a non tornare nel club per cui lavorava, o comunque a non riprovare a non creare ulteriori problemi... o avrebbero dovuto vedersela con Mr.T! Negli anni successivi, affrontò circa 200 combattimenti "di strada" per lavoro, e finì in tribunale varie volte, vincendo sempre. Il suo compito era principalmente quello di tenere lontani dal locale spacciatori e drogati. Col passare del tempo, la sua fama come guardia del corpo crebbe al punto tale che venne assunto per proteggere privati: in principio persone normali, poi milionari e banchieri e infine star dello spettacolo del calibro di Michael Jackson, Diana Ross, Steve McQueen, Muhammad Alì e molti altri. Veniva anche pagato per trovare persone scomparse e per altri incarichi pericolosi. Qualcuno addirittura gli commissionò in modo anonimo un assassinio, pagandolo 5.000 dollari di anticipo, ma egli rifiutò. Cercò di avvisare la vittima, ma questa morì poco prima in un incidente d'auto... pare roba da film vero? Eppure è stata la sua vita. Leggendo National Geographic, venne a conoscenza dell'etnia Mandinka, dell'africa occidentale, e delle particolari acconciature portate dai loro antichi guerrieri. Per onorare le sue origini africane, Mr.T decise di cambiare taglio di capelli, in favore di quello che tutti conosciamo bene. All'epoca i suoi bracciali e le sue catene erano arrivati a pesare quasi 120 kg: Mr.T ci impiegava quasi un'ora a metterseli il mattino e altrettanti a toglierseli. I bracciali pare che a volte li tenesse durante la notte, per onorare i suoi avi che erano stati schiavi in catene.


[La popolarità di Mr.T era tale che aveva dei cereali tutti suoi, con tanto di fumettino]

In seguito partecipò a un programma televisivo chiamato "Sunday Games" dove fece alcune "gare e combattimenti per bodyguard" in diretta, vincendone o posizionandosi ai primi posti. Seguirono degli incontri per altri programmi di competizioni: la sua forza durante i combattimenti, il suo look e il suo modo di fare colpirono molto Sylvester Stallone, che lo volle per Rocky III, in principio solo come comparsa, ma poi come antagonista principale. I modi "da vero duro" e la frase che disse al suo avversario "i don't hate him, but... i pity the fool" di Mister T furono ripresi per il film.


[Mr.T e Sylvester Stallone in Rocky III, 1982]

Nel 1982, Mr. T fu scelto da Sylvester Stallone per il ruolo del cattivissimo Clubber Lang (antagonista principale del film) in Rocky III. Nel film, Lang riesce a battere un ormai troppo viziato e sicuro di sè Rocky, diventando il nuovo campione del mondo dei pesi massimi di pugilato. Sarà l'unico ruolo da "cattivo" di Mr.T. Recitò in The Beastmaster e apparve in un altro film sulla boxe, Penitentiary 2, e nel programma Bizarre, prima di accettare il ruolo di B.A. Baracus (in Italia P.E. Baracus) nel telefilm A-Team. In A-Team interpretò il ruolo del Sergente B.A. (Bosco Albert o "Bad Attitude" - letteralmente "Brutto Carattere", nella versione italiana "Pessimo Elemento") Baracus, un ex soldato unitosi con altri membri dello U.S. government ricercati "per un crimine che non hanno commesso". Fu l'unico attore del telefilm che non fece il provino, fu scelto a prescindere.


[Mr.T nel suo ruolo più amato: quello di P.E. Baracus nel telefilm A-Team]

Mr. T era un mito dei ragazzini negli anni ottanta, di conseguenza venne realizzata dalla Ruby-Spears una serie animata intitolata appunto Mr.T di 13 episodi trasmessa nel 1983 sulla NBC e la sua immagine apparve anche sulle scatole dei cereali. Nel 1984 girò il video Be Somebody or Be Somebody's Fool; lo scopo del video era quello di insegnare ai bambini ad apprezzare le loro umili origini, come vestirsi, come studiare il proprio look senza spendere eccessivamente, come controllare la rabbia. Il video di un'ora contiene 30 minuti di cantato. Realizzò anche un album rap intitolato Mr. T's Commandments con l'aiuto di Ice-T.


[Il disco di Mr.T: notare i "divieti" e i "permessi"]

Dopo e durante il successo dell'A-Team, il successo di Mr.T era all'apice. I bambini lo adoravano, era visto come una specie di supereroe metropolitano. Mr.T insegnava a tenersi lontani dalla droga e della malavita. Fu prodotto un cartone animato, dove lui e i suoi giovani amici aiutavano chi aveva problemi di ogni genere.


[Mr.T nel ruolo dell'investigatore "T.S.Turner" nel telefilm "T.and T."]

Il cartone animato arrivò anche in Italia ed ebbe un discreto successo, tanto che la editrice Domus pubblicò sul mitico e popolarissimo giornalino Più, nuove avventure, disegnate in Italia.


[Mr.T sul giornalino Più: i fumetti erano basati sul cartone animato e disegnati in Italia]

Fece ingresso nel mondo del wrestling nel 1985; la sua prima apparizione lo vide indossare i panni del partner di Hulk Hogan in occasione della prima WrestleMania; il duo avrebbe dovuto sfidare la coppia formata da Rowdy Roddy Piper e Paul Orndorff. Hogan scrisse in seguito nella propria autobiografia che Mr. T mise in pericolo il regolare svolgimento del match perché quando arrivò in prossimità dell'arena il personale di sicurezza minacciò di non consentire l'accesso all'edificio ai numerosi componenti del suo entourage: ciò mandò su tutte le furie Mr.T che minacciò di cancellare l'incontro. Hogan sostenne che riuscì a fatica a convincere Mr. T di rimanere ed esibirsi. Piper sostenne che lui ed altri colleghi wrestlers provarono irritazione nei confronti di Mr. T in considerazione del fatto che egli era un attore e non aveva pagato il tributo dovuto da un wrestler professionista.

Successivamente Mr. T sfidò Bob Orton in un incontro di boxe in occasione di una puntata di Saturday Night's Main Event sulla NBC e ne uscì vincitore. In seguito disputò un altro incontro di boxe contro Roddy Piper nel corso di WWE WrestleMania 2, incontro che lo vedrà vincitore per squalifica. Nel 1987 ritornò sui ring della World Wrestling Federation in qualità di arbitro, prima di sparire completamente dal mondo della boxe e del wrestling. Riapparve nuovamente come arbitro di Wrestling speciale in un incontro disputato tra Hogan e Ric Flair nella World Championship Wrestling nell'ottobre 1994.


[Mr.T nel ruolo dell'investigatore "T.S.Turner" nel telefilm "T.and T."]

Mr.T è anche apparso nelle tre stagioni della serie televisiva, T. and T. insieme ad Alex Amini, David Nerman, Kristina Nicoll, e Jackie Richardson. In tale serie Mr. T interpreta T. S. Turner, un giovane impegnato a combattere la violenza sulla strada fino a quando viene accusato di un crimine non commesso. Amy Taler (Amini) una giovane e combattiva avvocatessa interviene per riportare Turner in strada, questa volta, però, in giacca e cravatta, ricoprendo il ruolo di investigatore privato. L'avvocato Terri Taylor (Nicoll) si unisce successivamente a T dopo che Amini abbandonò lo show alla conclusione della seconda stagione. Mr.T annunciò di guadagnare circa 80,000 $ a settimana per il suo ruolo nell' A-Team oltre a 15,000 $ per apparizioni in spettacoli, ma alla fine degli anni novanta lui apparve solo in pubblicità occasionali, principalmente per problemi di salute (Nel 1995 gli venne diagnosticato, ironia della sorte, un Linfoma T-Cell).


[Mr.T oggi, dopo aver sconfitto il più potente dei nemici: il cancro]

Interpreta piccoli ruoli in molti film, e appare frequentemente sul network televisivo cristiano TBN. Appare anche nella pubblicità della MCI, un call-service a al Late Night con Conan O'Brien. È anche apparso nella pubblicità del Comcast nel 2006, pronunciando le sue quattro parole preferite: "Don't be a culture fool!" e apparve anche alla ABC in Extreme Makeover: Home Edition. Un reality show per TV Land, I Pity the Fool, trasmesso per la prima volta l'11 ottobre 2006. Mr.T ha annunciato di non indossare più catene d'oro dopo aver visitato le vittime dell'uragano Katrina. Ha anche annunciato di esser guarito dal cancro e di voler scrivere un libro sulla sua vita.

Articolo di Sasuke Kid del 14.06.2011
[Parte del testo è tratto da Wikipedia]


MICHAEL JACKSON
La tragica scomparsa del re del Pop

Michael Jackson [musicista]
1958-2009

Una notizia tristissima per gli amanti della musica, e degli anni '80. Un mito, un genio, un personaggio immortale, che non verrà mai dimenticato. Il grande Michael Jackson ci ha lasciati, per sempre. Nijirain vuole rendergli omaggio, poichè anche noi, come tantissimi altri, siamo cresciuti con la sua musica. Per me, rimarrà sempre l'eroe di fantastici video, fantasiosi come quelli di nessun'altro, il guerriero/cantante stellare di Captain Eo e il ballerino-transformer di Moonwalker.

Alla fine, era un bambinone: forse era davvero Peter Pan, chissà. Nessuno come lui, ha rispecchiato la vera, coloratissima e sfavillante anima pop degli anni '80: con le sue magnifiche canzoni, i suoi spettacolari balletti, gli scintillanti costumi, e quel suo look unico, quel carisma incredibile, quel fascino brillante. E' come se con la sua morte, gli anni '80 fossero finiti per sempre. Segue l'articolo tratto dal Corriere della Sera. Un caro saluto Michael, da tutti noi di Nijirain.
Dedica di Kei Liger 26.06.09

LOS ANGELES - È morto alla vigilia del tour mondiale già tutto esaurito che avrebbe dovuto segnare il suo grande ritorno al mondo dello spettacolo, dopo anni di scandali giudiziari, problemi di salute e una vita personale molto sfortunata. Michael Jackson, il cantante, cantautore, ballerino, compositore, musicista, arrangiatore e produttore discografico statunitense si è spento ieri a Los Angeles a causa di un arresto cardiaco. Tra un mese avrebbe compiuto 51 anni. La notizia, rimbalzata da Tmz (l’informatissimo sito di gossip della Cnn) a Twitter, subito andata in tilt come non era successo neppure durante la crisi iraniana, è stata confermata via via da tutti i media ufficiali. Grazie a Internet l’America ha seguito praticamente in diretta gli ultimi attimi di vita di uno dei cantanti più leggendari e controversi della storia musicale di tutti i tempi. Jackson era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Ucla Medical Center di Los Angeles alle 12,21 ora locale (le 21,21 in Italia) a causa di un arresto cardiaco mentre si trovava nella sua casa di Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles.

Il fratello Ransy ha detto che è crollato all’improvviso. I paramedici accorsi al suo capezzale hanno tentato di soccorrerlo, effettuando le procedure per la rianimazione cardipolmonare. Ma ogni tentativo per salvarlo è risultato vano. «Quando l’ambulanza è giunta in ospedale il cuore di Michael Jackson aveva già smesso di battere», ha spiegato uno dei soccorritori alle tv. Salvarlo, a quel punto, era un’impresa quasi impossibile. Dopo cinque minuti di arresto cardiaco i danni alla corteccia cerebrale diventano irreversibili», afferma Marco Pappagallo, neurologo e direttore della Pain Clinic del Mount Sinai Hospital di New York. «Se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto in coma vegetativo». L’annuncio della sua morte ha prodotto un’eco profonda in un Paese dove Jackson è sotto i riflettori dall’età di cinque anni. Anche le televisioni hanno interrotto la programmazione regolare per trasmettere lunghi tributi sulla sua vita confezionati a tempo di record. «Per gli Stati Uniti è una notizia molto triste, che lascia tutti scioccati» ha detto lo storico conduttore della Cnn, Wolf Blitzer.

Persino gli scandali giudiziari e le accuse di pedofilia (da cui alla fine venne scagionato) non hanno fatto che accrescerne il mito. Decine di americani intervistati a caldo da una costa all’altra del Paese l’hanno salutato come «un genio», «un’icona della pop music». Nel giro di pochi minuti dall’annuncio della sua morte una grande folla si era già riunita spontaneamente davanti all’ospedale Ucla e davanti alla villa di Jackson nell’area di Beverly Hills. Secondo alcuni medici interpellati dalle tv la sua è stata una morte in un certo senso annunciata. All’inizio del 2008 la star è stata immortalata in sedia a rotelle. Più tardi sono cominciate a circolare voci secondo le quali soffriva di una malattia genetica di nome A1AD a causa della mancanza di una proteina che protegge i polmoni. Questo lo avrebbe reso cieco dall’occhio sinistro e quasi impossibilitato a parlare. L’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo, dissero allora i dottori, era il trapianto del polmone.

Articolo di Sasuke Kid e Lasair del 26.06.2009


PATRICK NAGEL
Uno dei più grandi artisti degli anni '80

Patrick Nagel [artista]
1945-1984

Nel 1984 scompare alla giovane età di 38 anni, Patrick Nagel, grande artista americano, famoso per il suo stile unico ed innovativo, e per la copertina del popolarissimo "Rio", storico album dei Duran Duran del 1982 (a opinione di molti, il migliore di sempre), simbolo degli anni ottanta e fondamentale per la corrente musicale denominata "New Wave". Nagel morì d'infarto proprio all'apice della carriera. Una gravissima perdita per il mondo dell'arte e della creatività. Avrà dopo la morte grandissima notorietà, tanto da essere considerato un'icona degli anni ottanta.

Nagel studia arte allo Chouinard Art Institute. Muove i suoi primi passi come freelance, poi nel 1971, collabora con l’ABC con produzioni grafiche per telegiornali. Importanti sono le sue collaborazioni con IBM, ITT, United Artists, MGM, Universal Studios, Playboy, Architectural Digest, Rolling Stone, Oui e Harpers. Negel è stato molto popolare negli anni '80 come esponente dell'Art Deco. L'anima del lavoro di Nagel si rifà alle stampe giapponesi come anche all'Art Deco, rimanendo comunque estremamente contemporaneo ed universale. Il suo disegno parte da una fotografia, semplificando i segni, attraverso l'eliminazione di sempre più tratti. Prospettive lineari, forme ben definite, una scelta di colori piatti, freschi e spazi rigidi bianchi; il risultato è quello che qualcuno ha descritto come "realismo della fantasia".

Personalmente, ho sempre adorato le sue opere, sin da bambino. In casa ho un poster dell'immagine qui sopra, quella di Rio, creata nel 1981.

http://www.patricknagel.com/

Articolo di Sasuke Kid e Lasair del 21.12.2008


 
 
 

SANDRA MONDAINI &
RAIMONDO VIANELLO
La grande coppia della tv italiana

Raimondo Vianello
[attore, personaggio tv]
1922-2010
Sandra Mondaini
[attrice, personaggio tv]
1931-2010

Quando ho saputo della scomparsa di Raimondo Vianello ci sono rimasto davvero male :° Quando pochi mesi dopo, ho saputo di Sandra Mondaini... bè, idem... mi aspettavo che seguisse presto il marito anche in paradiso: quando l'amore è così forte, non si riesce a vivere l'uno senza l'altra, e viceversa :( Mi fa piacere pensare che da qualche parte siano nuovamente insieme a stuzzicarsi, replicando all'infinito quella scena finale di Casa Vianello in cui Sandra diceva "Che barba, che noia, che noia che barba... sempre tu e io, io e tu... ma io sono stufa eh? Buonanotte..." riposate in pace Sandra e Raimondo, non vi dimenticheremo mai :°)

Da bambino seguivo con grande entusiasmo molti dei loro programmi, e adoravo Casa Vianello, se potevo, non me ne perdevo un episodio... non oso immaginare come abbia potuto sentirsi la cara Sandra Mondaini nei mesi in cui è rimasta sola e affranta.

Non parliamo poi di Sbirulino: quando ero bambino ne andavo matto... ogni volta che appariva in qualche programma lo seguivo con gli occhi che mi luccicavano ^_^ Adoravo le sue canzoni, adoravo i suoi scherzi... proprio di recente ho scoperto che avevano persino fatto un film con Sbirulino! Nel 1982... che pare essere introvabile però. Pensate che io quando ero piccolo non sapevo che Sbirulino era la Mondaini XD L'ho scoperto solo molti anni dopo, da adulto :)

Comunque, noi di Nijirain, nel nostro piccolo, rendiamo omaggio a due grandissimi personaggi dello spettacolo, a un uomo e una donna buoni e generosi, che hanno lasciato parte del loro patrimonio alla ricerca italiana contro il Cancro, e che si sono sempre comportati lui da vero signore e lei da donna simpatica, dolce e irresistibile, con tutti e in tutte le occasioni, senza mai cadere nel ridicolo come hanno fatto (e fanno tutt'oggi) molti loro colleghi più giovani. Quando c'erano Raimondo e Sandra, Corrado, Gino Bramieri, Enzo Tortora, Mike e altri uomini e donne di grande carattere e sincera simpatia, la tv era davvero bella e divertente, oggi purtroppo è diventata pietosa... ma lasciamo stare ora questo discorso. Un grande pezzo della nostra infanzia se ne va, con grande tristezza salutiamo Sandra e Raimondo, sarete sempre nei nostri ricordi.

Testo tratto da "La Repubblica" del 15 aprile 2010

ADDIO a un gran signore del piccolo schermo, un volto celebre che ha fatto davvero la storia della tv italiana, fin dalla sua nascita: Raimondo Vianello è morto - intorno alle 7 - all'ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato qualche giorno fa. Accanto a lui, anche se gravemente ammalata, Sandra Mondaini: la prima a piangere una scomparsa che lascia un vuoto enorme, nel mondo dello spettacolo. Dalle mitiche gag con Ugo Tognazzi, ai decenni di esibizione in coppia con la moglie, lo humour leggero dell'attore e conduttore, la sua levità, hanno fondato e poi arricchito il varietà televisivo. 

Nato a Roma il 7 maggio del 1922, figlio di ammiraglio, cresciuto a Spalato, aderisce alla Repubblica di Salò, e per questo viene rinchiuso nel campo di prigionia di Coltano (dove c'erano, tra gli altri, anche Walter Chiari ed Enrico Maria Salerno). Finita la guerra, non sembra appassionarsi molto alle possibilità legate alla sua laurea in giurisprudenza. E coltiva già un umorismo di tipo britannico, sottile e sornione. L'inizio della carriera nello showbiz è però abbastanza casuale: alto, biondo, allampanato, viene scelto per interpretare un soldato nella rivista 
Cantachiaro di Garinei e Giovannini. Un debutto in sordina, il suo, ma all'insegna di un marchio di grande qualità nell'ambito dell'intrattenimento, la premiata ditta G&G. E' il 1950, lui ha 28 anni. 

Da allora, praticamente, non si ferma più. Perché, subito dopo la sua prima volta sul palcoscenico, comincia a lavorare con partner blasonati: Carlo Dapporto, Macario, Gino Bramieri. E soprattutto Ugo Tognazzi, con cui comincia a fare coppia fissa, artisticamente parlando. E' il primo dei due incontri decisivi, nella sua carriera. Ma il secondo, avvenuto nel 1959, è cruciale anche per la sua vita privata: conosce infatti Sandra Mondaini, la sposa, e comincia un sodalizio sentimentale e professionale che durerà una vita. 

Ma torniamo a quegli effervescenti anni Cinquanta. Nel 1954 Vianello è il mattatore, insieme a Tognazzi, del divertentissimo show 
Un, due, tre. I loro sketch, spesso irriverenti nei confronti dei potenti, fanno discutere, oltre che ridere. E quando, nel '59, arriva sul piccolo schermo la parodia del presidente Gronchi che scivola a una serata col collega francese De Gaulle, la censura non perde tempo, e il programma viene sospeso.

Negli anni Sessanta, però, le apparizioni televisive riprendono. Accanto alla moglie, che è attrice come lui; e che come lui è dotata di una verve comica che ne fa una partner perfetta. Ed ecco formata la premiata ditta Raimondo & Sandra, che tutti conoscono a amano. Sono loro due le star di 
Studio Uno, a metà del decennio; e poi, nei primi Settanta, di Sai che ti dico?, Tante scuse, e più avanti (nel '77) Noi...no.

Pochi anni, e il fenomeno delle tv private, riunite in un network nazionale dall'imprenditore-costruttore Silvio Berlusconi, esplode. E dopo Mike Bongiorno, è Vianello uno dei primi divi a trasferirsi in casa del Biscione: lo ricordiamo, ad esempio, come conduttore del programma 
Il gioco dei Nove. E soprattutto nelle sit-com Casa Vianello e Cascina Vianello, che sulle reti Fininvest poi diventate Mediaset è un appuntamento fisso. Ma le reti berlusconiane  utilizzano il suo talento, la sua capacità di sdrammatizzare gli animi più accesi, anche nelle trasmissioni sportive, come Pressing.

La Rai, però, lo richiama quando è già un signore ben oltre la soglia del settant'anni. Nel 1998, infatti, conduce il Festival di Sanremo: elegante come sempre, distaccato quanto basta. Un personaggio inattuale, forse, in una tv che stava cambiando pelle, con l'avvento imminente dei reality e dei talent show. Ma il suo umorismo rimarrà per sempre un classico della comicità made in Italy, senza volgarità e senza esagerazioni.

E al di là della televisione, Vianello va ricordato anche per le sue non frequentissime interpretazioni su grande schermo. Due delle quali accanto a un genio della risata come Totò: una, da semi-esordiente, in
Totò Sceicco; un'altra, da star della tv ormai affermata, in Totò Diabolicus (1962). Ed è un peccato che i registi di cinema non abbiano sfruttato di più le sue potenzialità.

I funerali di Raimondo Vianello si svolgeranno sabato alle 11, nella Chiesa di Dio Padre a Segrate (Milano). La camera ardente sarà allestita domani negli studi Mediaset a Cologno Monzese. Dopo le esequie la salma verrà trasferita a Roma, per essere tumulata nella tomba di famiglia al cimitero del Verano.

Testo tratto da "Il Corriere della Sera" del 21 settembre 2010

L'attrice Sandra Mondaini è morta, martedì mattina poco prima delle 13, all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverata da circa 10 giorni. Aveva 79 anni: era nata l'1 settembre del 1931. Lo scorso aprile era morto il marito, Raimondo Vianello, e lei era rimasta molto provata, tanto da essere ricoverata anche in una casa di cura.
LA CARRIERA - Attrice brillante che puntava sulla comicità pura e sulla recitazione, Sandra Mondaini è stata protagonista di un susseguirsi di sketch indimenticabili che hanno segnato la sua carriera. I più famosi sono quelli con il marito Raimondo Vianello, fra i quali spicca la sit-com Mediaset del 1988 «Casa Vianello» - che ha lanciato il celebre tormentone del «che barba, che noia»nel lettone matrimoniale - , anche se i suoi primi sketch «coniugali» furono quelli recitati con Corrado a «La Trottola» nel 1964. Tra i personaggi interpretati senza il marito, uno di quelli più rimasti nell'immaginario collettivo è quello del clown «Sbirulino», apprezzato non solamente dai bambini.

IL DEBUTTO - Nata il primo settembre del 1931, figlia di Giacinto Mondaini, Sandra diventa famosa già da piccolissima, quando il padre la fa comparire a soli sei mesi in una campagna di sensibilizzasione contro la tubercolosi. Giovanissima, negli anni Quaranta, aiuta la famiglia lavorando come modella per la rivista «Mani di Fata» e poi per Borsalino. Il debutto sul palcoscenico risale al 1949 con una parte nella commedia «Ghe pensi mi» di Marcello Marchesi, al Teatro Olimpia di Milano. Quattro anni dopo inizia la carriera sul grande schermo. Nello stesso anno entra nella compagna di rivista di Erminio Macario. Ma la notorietà arriva con la tv. Sandra è sul piccolo schermo dal primo giorno trasmissioni Rai con «Settenote», poi con altri programmi e, al fianco di Mike Bongiorno, in «Fortunatissimo».

LE ULTIME ORE - «Sono stato da lei lunedì pomeriggio per darle l'olio degli infermi e la benedizione. Stava già male, respirava con affanno e aveva l'ossigeno. Quando sono arrivato, ha aperto gli occhi: le ho accarezzato la mano e ho avuto la sensazione che fosse presente». Così racconta gli ultimi momenti di Sandra Mondaini, don Walter Magni, parroco della Chiesa di Dio Padre a Segrate, che ha celebrato il funerale di Raimondo Vianello, morto il 15 aprile scorso. Anche l'estremo saluto a Sandra sarà probabilmente celebrato nella stessa chiesa, come di consuetudine entro due giorni dalla morte: «So che era sua volontà - dice all'Ansa don Walter - che la celebrazione avvenisse nello stesso luogo. Presumo entro due giorni, forse giovedì». Però, ammette il sacerdote, «non ci sono ancora stati contatti ufficiali per definire gli orari»..